lunedì 24 dicembre 2012

Macchia


Era un pesciolino coraggioso, Macchia. Un pesciolino eroico.
Macchia aveva un amichetto che per lui era quasi un fratellino. Il suo amichetto si chiamava Sole, perché era arancione come il sole al tramonto. Macchia era invece maculato, con chiazze nere e arancioni diffuse e sparpagliate su tutto il corpo color argento. Per questo si chiamava Macchia.
Insieme avevano affrontato il lungo viaggio dal negozio di Noè, dove avevano vissuto i primi mesi della loro inseparabile vita, fino alla loro nuova casa, al la loro nuova palla di cristallo infrangibile. Il viaggio era stato burrascoso, chiusi in un sacchetto trasparente, sballottati un po' qua e un po' là. Erano stati avvisati da un loro vecchio amico, ma sapevano che nella nuova vasca avrebbero vissuto dei felici momenti, coccolati dai loro nuovi padroncini.
Insieme, Macchia e Sole, avevano esplorato la pietra col buco, la loro prima pietra col buco; dapprima spaventati, poi incuriositi, avevano girato intorno a quell'enorme masso grigio, finché per primo Macchia aveva osato attraversare il tunnel. E fu bellissimo. Cominciò così un nuovo e divertente gioco. Si rincorrevano, si cercavano e nascondevano. Trascorsero insieme dei mesi piacevoli.
Poi Sole morì e Macchia fu triste per due lunghi giorni. Aveva visto il suo amichetto stare male... e poi non c'era più. Non sapeva cosa era successo. Non sapeva perché Sole era andato via. Ed era triste, molto triste. Non attraversava più il tunnel. Aspettava sul fondo, nascosto sotto la grande pietra grigia che Sole tornasse, che Sole giocasse nuovamente con lui.
Col passare dei giorni, Macchia si era abituato a stare da solo. Finché un giorno i suoi padroncini scelsero per lui un nuovo amichetto. Nero, o Nerino... Aveva gli occhi grandi e buffi, ed era simpaticissimo. Fecero subito amicizia, Nero e Macchia.
Macchia gli insegnò ad attraversare il tunnel, a giocare a nascondino; aspettavano impazienti il cibo... ed insieme pranzavano con quei deliziosi fiocchi di colorati e saporiti.
Macchia, però, un giorno si ammalò. Non riusciva stare dritto; si girava e si ribaltava; si sforzava con le sue pinne e la sua coda, ma gli faceva male forte la pancia...
Passò due giorni terribili, in cui non riusciva più a muoversi. Tutti pensavano che sarebbe morto presto. Anche Noè lo credeva.
Con le sue branchie si muoveva piano sul pelo libero dell'acqua, lottando contro il dolore e la fatica. Nerino ogni tanto lo incoraggiava, gli dava dei bacini, gli avvicinava il cibo, gli dava la forza per non mollare. Macchia era forte e coraggioso, e attese che il dolore passasse; attese di riprendere le forze, si rimise in sesto e ritorno a nuotare e giocare come prima. Un miracolo... La sua guarigione era un miracolo.
Passò una settimana e poi, Macchia, si arrese.
Raggiunse il suo vecchio amico Sole, ed ora nuotano insieme nel paradiso dei pesciolini.